L’Intelligenza Artificiale: oltre i luoghi comuni

L’Intelligenza Artificiale: oltre i luoghi comuni

L'intelligenza artificiale può liberarci dai compiti più onerosi e ripetitivi, spianando la strada a una maggiore espressione creativa da parte dell'uomo.

Capisco, comunico, cresco

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Autore dell’articolo

Davide Romanini

Approfondiamo in modo circostanziato e senza pregiudizi cosa significa avere a che fare con l'intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale (IA) è spesso circondata da una nuvola di equivoci e pregiudizi, percepita da molti come una minaccia piuttosto che un’opportunità.
Sfatiamo alcuni dei luoghi comuni più diffusi, illustrando invece il valore e le potenzialità dell’IA in vari ambiti, inclusa redazioni giornalistiche.

Nonostante l’attenzione mediatica recente possa suggerire il contrario, l’intelligenza artificiale non è una novità assoluta. Da anni, l’IA è integrata in numerose applicazioni e software che utilizziamo quotidianamente, spesso senza nemmeno rendercene conto. Dai suggerimenti di ricerca di Google agli algoritmi che regolano i feed dei social media, passando per i sistemi di raccomandazione di Netflix o Amazon, l’IA è da tempo una presenza costante nella nostra vita digitale.

Il termine “intelligenza artificiale”, tuttavia, sembra evocare scenari futuristici o distopici, più da film di fantascienza che dalla realtà quotidiana.
Questa percezione è spesso alimentata da una rappresentazione mediatica che accentua aspetti spettacolari o potenzialmente inquietanti dell’IA, trascurando il suo ruolo pratico e le sue applicazioni utili.

Il nome stesso, “intelligenza artificiale”, porta con sé un’aura di mistero e di complessità che può sembrare intimidatoria per chi non è familiare con la tecnologia, con questo articolo cerchiamo di essere utili proprio a chi, avendone solo sentito parlare, rimane interdetto e diffidente di fronte a questa tecnologia.
Consapevoli che chi ritiene la IA oggi una baggianata o un qualcosa di inutile non arriverà probabilmente a leggere queste righe.

Innanzi tutto l’IA è uno strumento creato dall’uomo per risolvere problemi specifici, migliorare l’efficienza dei processi e, in ultima analisi, arricchire la vita umana in svariati modi.

La sua presenza nelle nostre vite non è quindi un salto nel vuoto verso un futuro incerto, ma il proseguimento di un cammino intrapreso da decenni, caratterizzato dall’uso di strumenti sempre più sofisticati per affrontare le sfide del mondo moderno.

Questo progressivo intreccio dell’IA nella trama della nostra esistenza quotidiana sottolinea un punto cruciale: l’intelligenza artificiale non deve essere vista come un’entità astratta o un distante futuro tecnologico, ma una realtà concreta e operativa che già oggi modella in modo sottile il nostro modo di vivere, lavorare e interagire.

La vera sfida, dunque, non è tanto nell’accettare l’IA come una novità improvvisa, ma nel comprendere e gestire il suo impatto progressivo e le sue implicazioni etiche, sociali ed economiche.
In poche parole la sfida è “imparare a utilizzarla”.

L’educazione e l’informazione giocano un ruolo fondamentale in questo processo. Demistificare l’intelligenza artificiale, spiegando in termini accessibili le sue funzioni, i suoi benefici e i suoi limiti, può aiutare ad allontanare le paure e a promuovere un dibattito costruttivo sulla direzione che si vuole dare a questa tecnologia.

In altre parole nei prossimi mesi/anni l’obiettivo sarà quello di combattere l’ignoranza, intesa come non conoscenza, e di conseguenza allontanare la paura di quello che non si conosce e, diciamolo, in molti casi non si vuole conoscere.

In ultima analisi, l’obiettivo dovrebbe essere quello di armonizzare le capacità dell’IA con i valori e le necessità umane, assicurando che la sua evoluzione sia guidata da principi di equità e rispetto per la dignità individuale.

In questo contesto, è essenziale che la conversazione sull’IA non sia confinata agli esperti di tecnologia, ma coinvolga l’intera società.
Solo così sarà possibile garantire che le decisioni prese oggi sull’impiego e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale riflettano un consenso ampio e informato, e che i benefici di questa potente tecnologia siano accessibili a tutti, riducendo al minimo i rischi e massimizzando le opportunità per l’umanità.

Un mondo di opportunità
Contrariamente all’idea che l’IA sia una “stupidata” senza applicazioni concrete, o una scorciatoia per scrivere libri in cinque minuti,  la realtà ci mostra un panorama ricco di opportunità.
L’intelligenza artificiale, interfacciandosi con altre tecnologie come la realtà aumentata e la realtà virtuale è già oggi uno strumento prezioso in numerosi settori, dalla medicina all’ingegneria, dalla finanza all’educazione, migliorando l’efficienza e ampliando le nostre capacità.

L’IA e il Principio di Pareto
L’adozione dell’IA permette di applicare efficacemente il Principio 80/20 di Pareto, secondo cui il 20% delle cause genera l’80% degli effetti.
Nell’ambito lavorativo, ciò si traduce nell’automazione di compiti ripetitivi e di basso valore, consentendo agli umani di concentrarsi sulle attività più strategiche e creative che generano maggior valore.
Proprio il “basso valore” delle automazioni richieste all’intelligenza artificiale dovrebbe tranquillizzare tutti gli umani, per lo meno tutti quelli che si ritengono in grado di fare cose che vadano oltre il “basso valore”.

Un aiuto, non un sostituto
Proprio per questo l’IA non è destinata a sostituire l’uomo ma a potenziarne le capacità. Essa agisce come un assistente sempre disponibile, che non si stanca, non si lamenta e opera al servizio dell’essere umano, permettendo alle persone di mantenere il ruolo principale e di delegare all’IA compiti specifici per ottimizzare tempo e risorse.

L’IA in redazione: uno, dieci cento colleghi virtuali in redazione
Nell’ambiente di una redazione, l’IA può trasformarsi in un “collega virtuale” capace di rivoluzionare il modo di lavorare. Ecco alcuni esempi concreti:

Produzione potenziata
Con l’IA, le redazioni possono produrre una quantità maggiore di contenuti, mantenendo elevati standard di qualità.
L’IA può assistere nella ricerca, nella generazione di bozze di articoli o nella cura di contenuti specifici, permettendo ai giornalisti di dedicarsi a compiti più analitici e interpretativi.
Con la IA è possibile generare immagini partendo da “prompt”, i prompt sono la descrizione di quello che vogliamo generare e il risultato sarà tanto più attinente a quanto desiderato quanto più preciso e dettagliato sarà il prompt.

Abbattimento delle barriere linguistiche 
Grazie all’avanzata tecnologia di traduzione e sintesi vocale, è possibile tradurre i video in diverse lingue mantenendo la voce originale dei conduttori. Questo apre le porte a un pubblico globale, rendendo i contenuti accessibili a una platea più ampia.

Avatar e telegiornali del futuro
L’adozione di avatar realistici per la conduzione di telegiornali o servizi giornalistici rappresenta un ulteriore esempio di come l’IA possa innovare il campo dell’informazione.
Questi avatar, guidati da intelligenze artificiali, possono presentare notizie in modo dinamico e interattivo, offrendo un’esperienza nuova al pubblico.
Qualcuno dirà che gli avatar porteranno via il lavoro ai giornalisti, ma in realtà questi potranno dedicarsi a lavori di livello superiore, come interviste dove è indispensabile la sensibilità umana.

Altri Campi di Applicazione
Oltre al settore editoriale, l’IA trova applicazione in molti altri ambiti:

Sanità
Nel settore sanitario, l’IA contribuisce a diagnosi più rapide e accurate, analizzando grandi quantità di dati per individuare pattern che sfuggirebbero all’occhio umano.
Unita alla realtà aumentata e alla realtà virtuale sarà utile per interventi a distanza e per minimizzare l’errore umano.

Ambiente
Nella lotta contro il cambiamento climatico, l’IA aiuta a monitorare e prevedere fenomeni ambientali, ottimizzando l’uso delle risorse e promuovendo pratiche sostenibili.

Educazione
In ambito educativo, sistemi AI personalizzati supportano l’apprendimento individuale, adattando contenuti e metodi alle esigenze di ciascun studente.

L’intelligenza artificiale non è un nemico da temere, ma un alleato prezioso da comprendere e sfruttare. Attraverso un approccio informato e critico, possiamo trarre il massimo vantaggio dalle sue potenzialità, trasformando sfide in opportunità e guidando l’innovazione in modo etico e sostenibile.

Etica e sicurezza nell’uso dell’IA
Un tema cruciale nel dibattito sull’IA riguarda le questioni etiche e di sicurezza. È indubbio che, come ogni strumento potente, l’intelligenza artificiale possa presentare rischi se utilizzata in modo improprio. Tuttavia, anziché demonizzare la tecnologia, dovremmo concentrarci su come svilupparla e impiegarla responsabilmente. È fondamentale stabilire normative e linee guida che garantiscano l’uso etico dell’IA, assicurando che operi sempre a beneficio dell’umanità e nel rispetto dei diritti fondamentali.

Per fare un esempio, la piattaforma HeyGen richiede un video autografo per realizzare un avatar con le sembianze di una persona reale, nel quale il proprietario dell’account autorizza a creare un avatar con le sue sembianze e ovviamente a renderlo disponibile solo al proprietario.

Si pensi a quello che potrebbe accadere se qualcuno si prendesse la bigra di pubblicare contenuti con un avatar dalle sembianze di un volto noto (o anche non noto) esternando posizioni politiche, religiose o quant’altro senza autorizzazione.

L’avanzamento dell’IA ci invita a ripensare il nostro ruolo in un mondo sempre più tecnologico. Piuttosto che temere una sostituzione, dovremmo aspirare a una collaborazione sinergica tra umani e macchine, nella quale è l’uomo a ritagliarsi un ruolo sempre più da regista e la macchina a occuparsi della mole di lavoro più pesante: in sintesi all’uomo la qualità, all’intelligenza artificiale la quantità.

L’intelligenza artificiale può liberarci dai compiti più onerosi e ripetitivi, spianando la strada a una maggiore espressione creativa da parte dell’uomo che si ritroverà ad avere più tempo per pensare e migliorare l’aspetto che preferisce della sua vita: potrà decidere di avere più tempo libero, oppure di aumentare la qualità del suo lavoro, o la quantità, ma soprattutto, la cosa più importante, potrà decidere.
Ma potrà farlo solo chi conoscerà le nuove tecnologie, gli altri non potranno fare altro che subirle, rifiutarle e averne paura.

La sensazione che la tecnologia sia già molto più avanti rispetto a quanto è stato rilasciato
Nel dibattito sull’intelligenza artificiale (IA), emerge un “dubbio” ricorrente che attanaglia soprattutto chi comprende la potenzialità di questa tecnologia.
C’è la sensazione, diffusa tra il pubblico ma soprattutto tra alcuni esperti, che la tecnologia dell’IA sia molto più avanzata di quanto comunemente si ritenga.

Si sa che pochi colossi tecnologici detengono le chiavi di un regno digitale quasi insondabile, e che l’accelerazione recente nell’uscita di nuovi strumenti e applicazioni sia in qualche modo “centellinata” in maniera consapevole.

In un recente video Marco Montemagno ha espresso questo concetto paragonando le nuove uscite di software e tools di intelligenza artificiali ai record che negli anni ’80 e ’90 il saltatore con l’asta Sergej Bubka centellinava migliorando il record mondiale ogni volta di 1 centimetro pur dando la sensazione di essere in grado di migliorarsi molto più velocemente.
Nel corso della propria carriera Bubka stabilì ben 35 nuovi record mondiali, 17 dei quali outdoor e 18 indoor. Quasi sempre i nuovi record furono miglioramenti del proprio stesso record. Dato che l’Unione Sovietica era solita offrire consistenti bonus monetari per ogni record mondiale stabilito dai propri atleti, molti sostengono che Bubka addirittura abbia volontariamente centellinato per anni le proprie possibilità per essere in grado di stabilire un nuovo record ad ogni evento successivo.
Tornando all’intelligenza artificiale il centellinare di proposito la crescita della tecnologia può avere intenti differenti, come aumentare l’hipe e le aspettative delel persone, stupirle o ancora più probabilmente mantenere un vantaggio competitivo e di potere sulla concorrenza.

L’IA di oggi è il frutto di decenni di ricerca e sviluppo, eppure, la sua evoluzione sembra seguire un percorso esponenziale piuttosto che lineare. Gli algoritmi di apprendimento profondo, le reti neurali e l’elaborazione del linguaggio naturale hanno raggiunto traguardi che, solo pochi anni fa, potevano sembrare irraggiungibili. Questi progressi hanno alimentato l’immaginario collettivo, portando alcuni a credere che ci troviamo sull’orlo di un’era in cui l’IA supererà l’intelligenza umana in quasi tutti gli ambiti.

La Concentrazione del Potere Tecnologico
È innegabile che poche grandi aziende tecnologiche dominino il panorama dell’IA. Queste “superpotenze” digitali dispongono di risorse quasi illimitate per investire in ricerca e sviluppo, attirare i migliori talenti e accumulare enormi quantità di dati, indispensabili per “addestrare” gli algoritmi di IA. Questa concentrazione di potere solleva legittime preoccupazioni riguardo alla trasparenza, alla privacy e alla distribuzione equa dei benefici derivanti dall’IA.

L’Accelerazione Controllata dell’Innovazione
La percezione di un’accelerazione “centellinata” dell’innovazione in IA potrebbe non essere del tutto infondata.
Le aziende che guidano lo sviluppo dell’IA potrebbero avere motivazioni strategiche per rilasciare progressivamente le loro scoperte e i loro prodotti, bilanciando fattori come il vantaggio competitivo, le implicazioni etiche, la regolamentazione e l’accettazione pubblica. Tuttavia, è altrettanto probabile che questa percezione sia amplificata dalla complessità intrinseca dell’IA, che rende difficile per il grande pubblico valutare il vero stato dell’arte.

Riflessioni sul futuro
La questione fondamentale è se questa dinamica di concentrazione del potere e di gestione dell’innovazione sia sostenibile a lungo termine.
È cruciale garantire che i benefici dell’IA siano accessibili a un’ampia fascia della popolazione e che le decisioni etiche fondamentali siano prese in modo trasparente e inclusivo.
E’ troppo il vantaggio competitivo di chi dispone di una tecnologia rispetto a chi non ne dispone, e qui non si tratta di capire o rifiutare l’IA, il libero arbitrio è una cosa, la possibilità o impossibilità di accedere a una tecnologia è un’altra.

In questo contesto, il ruolo della regolamentazione diventa essenziale. Normative ponderate possono stimolare l’innovazione responsabile, garantire la concorrenza e proteggere i diritti degli individui.
Allo stesso tempo, l’educazione e la sensibilizzazione pubblica sull’IA sono fondamentali per demistificare questa tecnologia e incoraggiare un dibattito costruttivo sul suo impatto futuro sulla società.

L’IA rimane uno strumento potente con il potenziale per trasformare radicalmente la società. La chiave per navigare questo futuro non è temere l’ignoto, ma abbracciare un approccio collaborativo che coinvolga ricercatori, aziende, decisori politici e il pubblico in un dialogo aperto e onesto. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di indirizzare l’evoluzione dell’IA in modo che rifletta i valori umani fondamentali e promuova il benessere di tutti.

Prospettive Future dell’Intelligenza Artificiale
Nei Prossimi Mesi
Nel breve termine, è probabile che vedremo miglioramenti incrementali delle tecnologie di intelligenza artificiale, con un’enfasi particolare sull’ottimizzazione e l’integrazione nelle attività quotidiane.
La diffusione di assistenti virtuali e strumenti di analisi predittiva diventeranno sempre più comuni nelle imprese e nella vita di tutti i giorni.

Nei Prossimi Anni
Guardando più avanti, nei prossimi anni potremmo assistere a sviluppi significativi in ambiti come l’AI generativa, i veicoli autonomi e la robotica avanzata.
L’intelligenza artificiale diventerà sempre più capace di compiti creativi e complessi, sfidando le nostre attuali concezioni sui limiti della tecnologia. In parallelo, le questioni etiche e di governance dell’IA guadagneranno importanza, portando a un dibattito globale su come bilanciare progresso tecnologico e protezione dei diritti umani.

Risorse Scientifiche
Per approfondire l’argomento dell’intelligenza artificiale e comprendere meglio le sue prospettive future, qui di seguito sono elencati alcuni link a risorse scientifiche e articoli di rilievo nel campo, sia in lingua italiana che inglese.

In Lingua Italiana

  1. Intelligenza Artificiale: Stato dell’Arte e Prospettive” – Un’analisi approfondita dello stato attuale dell’intelligenza artificiale e delle sue potenziali evoluzioni future. Disponibile su: https://www.istitutoaffariinternazionali.it
  2. L’Intelligenza Artificiale tra Etica e Tecnologia” – Un esame delle implicazioni etiche dello sviluppo e dell’impiego dell’IA. Disponibile su: https://www.academia.edu

In Lingua Inglese

  1. Artificial Intelligence and Life in 2030” – Uno sguardo al futuro dell’IA e al suo impatto sulla vita quotidiana nel prossimo decennio.
    Disponibile su: https://ai100.stanford.edu
    Questo studio della Stanford University esplora come l’IA influenzerà vari aspetti della vita quotidiana entro il 2030. Prevede un’integrazione significativa dell’IA in settori come l’istruzione, il trasporto, la sanità e la sicurezza domestica, evidenziando sia le opportunità che le sfide. Il rapporto sottolinea l’importanza di prepararsi adeguatamente a questi cambiamenti, promuovendo un’evoluzione dell’IA che sia etica, sicura e benefica per la società nel suo complesso.
  2. Ethics of Artificial Intelligence and Robotics” – Una discussione approfondita sulle questioni etiche poste dall’intelligenza artificiale e dalla robotica.

Disponibile su: https://plato.stanford.edu
Questa voce dell’Enciclopedia di Stanford sulla Filosofia tratta delle questioni etiche legate all’IA e alla robotica. Discute problemi come la responsabilità morale delle macchine intelligenti, la privacy, la sicurezza e l’impatto socio-economico dell’automazione. Sottolinea la necessità di un quadro etico robusto per guidare lo sviluppo dell’IA, in modo che rispetti i valori umani fondamentali e promuova il benessere collettivo.