NeuroMartech, tecnologie avanzate AI per il neuromarketing
NeuroMartech, tecnologie avanzate AI per il neuromarketing
Il NeuroMarTech cerca di misurare le emozioni, l'attenzione e le decisioni degli utenti usando tecnologie avanzate legate all'intelligenza artificiale (AI), per rendere il marketing più efficace e personalizzato e lo fa attraverso l'analisi predittiva dei comportamenti umani.

Capisco, comunico, cresco
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Autore dell’articolo
Enrico Battilana

Questa nuova metodologia contiene in sé un enorme vantaggio e un possibile rischio.
Le possibilità di sviluppo tecnologico legate al mondo dell’intelligenza artificiale si stanno ampliando esponenzialmente in moltissimi settori dell’economia reale e nell’ambito digitale. Anche il neuromarketing, materia giovane e in forte sviluppo, ha trovato nell’intelligenza artificiale un possibile alleato che potrebbe rappresentare un boost di incredibile potenza nella sua ulteriore crescita, posizionamento e diffusione sul mercato.
Questo propellente ha preso il nome di NeuroMartetch, terminologia che nasce dalla fusione di tre concetti: neuroscienze, marketing e tecnologia. Si riferisce all’applicazione delle neuroscienze al marketing tecnologico, in particolare all’uso di strumenti digitali per analizzare, prevedere e influenzare il comportamento dei consumatori sulla base delle risposte del cervello e dei meccanismi cognitivi inconsci.
In parole semplici, il NeuroMarTech cerca di misurare le emozioni, l’attenzione e le decisioni degli utenti usando tecnologie avanzate, per rendere il marketing più efficace e personalizzato e lo fa attraverso l’analisi predittiva dei comportamenti umani derivanti dall’esposizione a stimoli di marketing quali video, foto, grafiche pubblicitarie, siti internet, e-commerce, loghi e così via.
In cosa consiste dunque la differenza tra NeuroMartech e NeuroMarketing?
Essenzialmente è una differenza di metodo. Il neuromarketing lavora attraverso studi che utilizzano strumentazione hardware e software allo scopo di identificare il comportamento umano (di noi tutti quindi) quando ci troviamo sottoposti ad uno stimolo che influenza i nostri comportamenti d’acquisto. Nel fare questo, vengono effettuate sperimentazioni basate su panelist, cioè elenchi profilati di persone in linea con il comportamento da analizzare, che forniranno i dati necessari (output) ad arrivare a una sintesi che fornisca un risultato da condividere con l’azienda che ha richiesto l’analisi. In tutto questo, l’esperienza umana in fase di realizzazione dell’esperimento così come in fase di analisi dei risultati è fondamentale.
Il metodo utilizzato dal NeuroMartech per arrivare allo stesso obiettivo, cioè quello di comprendere il comportamento umano durante la fase di acquisto, è differente perché utilizza l’intelligenza artificiale predittiva, istruita in modo da comprendere tale comportamento sulla base di conoscenze derivanti da sperimentazioni e conoscenze pregresse.
Questa nuova metodologia, impensabile solo pochi anni fa, contiene in sé un enorme vantaggio e un possibile rischio.
Il vantaggio è legato alle tempistiche. Un’analisi di neuromarketing basata su strumenti “allenati” dall’intelligenza artificiale consente di avere risposte immediate, in tempo reale e di ridurre pertanto sia i tempi che i costi derivanti da una vera e propria analisi sul campo che prevede l’utilizzo del panel di sperimentazione e degli esperti che analizzano i risultati.
Il rischio è derivante dall’istruzione con cui viene allenata l’intelligenza artificiale.
La domanda che bisogna porsi è: chi controlla il controllore?
Cioè, come facciamo ad essere certi che le istruzioni date all’intelligenza artificiale per comprendere i comportamenti umani, frutto come sappiamo di bias cognitivi, reazioni emotive, istinti primordiali e in definitiva non certo semplici e lineari siano davvero esaustive e corrette?
Questa è la sfida che ha davanti il NeuroMartech nei prossimi anni sul quale si sta interrogando l’Osservatorio Internazionale NeuroMartech, un istituto di ricerca di recente costituzione dedicato all’esplorazione e alla definizione dell’intersezione in continua evoluzione tra neuroscienze, tecnologie di marketing e intelligenza artificiale.
Un primo dato di assoluto interesse è comprendere quante aziende private o aziende spin-off di istituzioni accademiche nel mondo stiano già lavorando in questo ambito: ebbene, il risultato è al di sopra di ogni aspettativa (almeno la mia) e si avvicina al centinaio, almeno sulla base di un primo censimento effettuato dall’Osservatorio.
Interessante anche la distribuzione delle aziende nel mondo in base alla quale si evidenzia una vocazione globale del settore ed anche una maggiore presenza di poli di eccellenza in Europa e nel Nord America. Nell’ambito europeo si distinguono due Paesi in termini di distribuzione di aziende nel settore, i Paesi Bassi e l’Italia (entrambe con l’8%) superate solo dal Regno Unito con il 13%.
Un ultimo dato di sicuro interesse è dato dalla tipologia di Clienti che possono usufruire di questa innovazione: non si tratta solo di grandi aziende (che pure risultano al primo posto) ma anche del business delle PMI che si posizionano al secondo posto superando la Pubblica Amministrazione, i Centri di Ricerca, le Start-Up e gli utilizzatori finali privati o individuali.
Se, pertanto, sei titolare o responsabile marketing di una PMI e vuoi capire meglio come il NeuroMartech può essere utile alla tua attività di marketing, contattaci: ti aiuteremo a comprenderlo.